National Speleological Society Cave Diving Section – FAQ

Sul sito della National Speleological Society Cave Diving Section vengono poste le classiche domande “Frequently Asked Questions” che un neofita o un non addetto ai lavori potrebbe porre ad un professionista del settore. Una delle più interessanti pone il tema di quale sia è il pezzo più importante della attrezzatura. La risposta è facile “la mente”.

Ad un’altra curiosa domanda, ovvero quale è la parte più pericolosa della grotta, la risposta è il viaggio di andata in auto… Insomma un pezzo curioso che sebbene in inglese è facile da leggere e rappresenta un originale punto di vista.

Risuscitando i morti di Tim Zimmermann

Nella parte più profonda della più grande grotta subacquea del mondo, tra le immersioni più profonde di dove chiunque fosse mai andato, Dave Shaw ha trovato il corpo di un giovane che era scomparso dieci anni prima Cosa è successo dopo, quando Shaw ha promesso di tornare a recuperarlo, è quasi incredibile, se non credi ai fantasmi.

Dieci minuti dopo la sua entrata in acqua Dave Shaw ha iniziato a cercare il fondo. da tutti i lati ha diretto la sua fonte luminosa verso il basso, sperando di intercettare roccia o fango.
Shaw, di 50 anni, australiano, è in un mondo alieno, più di 260 metri sotto la vasca di ingresso che segna l’accesso al Hole Bushman, una dolina remota nella provincia del Capo settentrionale del Sud Africa, la più profonda d’acqua della zona e la terza grotta per profondità che l’uomo conosca…

CMAS Cave Diving Standards and Training System

La Confederazione Mondiale delle attività subacquee ha emesso delle direttive e degli standard per la preparazione speleo subacquea e la regolamentazione dei corsi speleosub. Si tratta di raccomandazioni (in inglese) e standard molto dettagliati che mettono in luce una ottima conoscenza degli argomenti ed una affidabilità molto elevata.

I Draghi esistono anche nel Mar Ligure

Un’immersione emozionante: l’Umberto I presso Albenga.
Chi l’avrebbe mai detto che un relitto poco considerato, poco conosciuto e perfino un po’ bistrattato come l’Umberto I potesse essere così affascinante!
Le emozioni sono frequenti sott’acqua, ma talvolta condizioni particolari di luce, di ambiente, di affiatamento con i compagni o forse solo lo stato emotivo rendono un’immersione indimenticabile.
Chi fa immersioni in Liguria ed è appassionato di relitti conosce bene il fascino dell’Haven, un gigante sull’acqua, affondato in modo drammatico e scenografico, un relitto imponente che occupa un profondità da -36 a oltre -80 m, con una ciminiera tagliata per permettere la navigazione. Un mastodonte del mare insomma, che rende l’immersione sempre di grande impatto emotivo, perché combina fauna ricca e vivace a un ambiente magico, di controluci tra scale e ponti.

Promontorio di Portofino: Secca dell’Isuela

La secca dell’Isuela è considerata una delle più belle immersioni del Promontorio di Portofino e del Mediterraneo.
Vi si incontra spesso corrente. Il cappello della secca si trova a 13 metri di profondità (dove poggia il corpo morto), il fondo raggiunge i – 55 m. Nella sua esplorazione si possono scegliere vari percorsi: il più seguito è lungo la parete sudovest.
I rami di gorgonie rosse sono fitti e di grandi dimensioni. Ad essi possono essere apposte uova di gattuccio. Nelle spaccature della roccia è presente abbondante corallo rosso spesso fiorito. Intorno alla secca nuota pesce pelagico: dentici in caccia, saraghi, tanute e cernie anche di fondale.

Relitto BR20

L’immersione al Br-20 può essere affrontata sia con un monobombola sia con attrezzatura tecnica. Difficilmente, tuttavia, è possibile condurre un profilo “ricreativo” di immersione senza tappe decompressive. Il Br-20 fu costruito nel 1936 e affondò il 13 giugno 1940 in un tentativo di ammaraggio. Ha due motori ad elica FIAT A.80 RC 41 di 1.014 HP ed è armato con una mitraglietta anteriore SAFAT 7.7 e con una mitraglietta superiore SAFAT 12.7 nella torretta girevole. Portava 5 bombe da 100 kg e 5 da 50 kg.

Ha una lunghezza di 16 m e un’apertura alare di 22 m. Il suo fascino consiste nella sua minutezza e nella posizione in cui è rimasto adagiato sul fondo, come quella di volo. Lo si può vedere interamente già nel corso della discesa e se ne può osservare ogni parte in modo ravvicinato: le pale delle eliche, i cilindri, le mitragliette.

Promontorio di Portofino: Punta Torretta

Prende il nome da un antico punto di avvistamento fortificato posto in alto sulla costa. L’immersione si effettua seguendo la parete della punta, che scende verticale, interrotta da un terrazzo intorno ai 20 m di profondità. Come ogni altra immersione nel parco di Portofino, Punta Torretta è caratterizzata dall’abbondanza di vita animale: in profondità si possono osservare grandi colonie di gorgonie, mentre presso la superficie nuotano banchi di saraghi e salpe. Nella zona più prossima alla punta sono presenti anche cernie di notevoli dimensioni e dentici.

Promontorio di Portofino: il Cristo degli Abissi

Nel 1947 durante un’immersione subacquea morì il sub Gonzatti Dario, amico di un tal Duilio Marcante. Il Marcante, a memoria dell’amico scomparso, volle fortemente che fosse posta in fondo al mare una statua di Cristo. Nell’agosto del 1954 il suo desiderio si realizzò, la statua del Cristo degli Abissi venne posta tra Portofino e Camogli, di fronte all’abbazia di San Fruttuoso nell’omonima baia.
Per posare la Statua, a circa 17 metri di profondità, intervenne la Marina Militare Italiana e per portare a termine l’impresa servirono moltissimi subacquei. La Statua del Cristo realizzata dallo scultore Guido Galletti è alta più di due metri e mezzo ed a le braccia rivolte verso l’alto, verso Dio Padre.
La statua è interamente in bronzo, fu fatto un grande sforzo comune per reperirne una quantità sufficiente, partecipò alla raccolta anche la Marina Militare Statunitense. Nello stesso sito fu posta una targa commemorativa per la successiva morte di Duilio Marcante.
Questo sito d’immersione è tra i più famosi della riviera ligure e nel tempo la Statua del Cristo con le braccia protese è divenuta simbolo di amore per il mare e la subacquea. La difficoltà d’immersione nel suddetto sito non è elevata e non richiede particolari precauzioni, bisogna però tenere in considerazione che è necessaria la presenza di un accompagnatore accreditato ad effettuare immersioni all’interno dell’Area Naturale Marina Protetta che “ospita” la baia di San Fruttuoso.

Promontorio di Portofino: il Faro

La prosecuzione sottomarina del promontorio di Portofino crea una dorsale che divide il Golfo Tigullio dal mare aperto.
La parete del capo continua in grandi terrazze e macigni sparsi con salti ripetuti fino ad una profondità intorno ai 60 metri.
Per le frequenti correnti, l’immersione è consigliata ai subacquei esperti.
La posizione della boa di ormeggio, abbastanza distante dalla falesia del promontorio, e il traffico di barche consigliano di prestare particolare attenzione durante le fasi di entrata in acqua e di fine immersione.
In questa immersione sono caratteristiche le grandi cernie stanziali. E’ possibile poi incontrare pesce di passo (barracuda, dentici) e pesci rintanati nei numerosi anfratti (per es. corvine -Sciaena umbra-).

Promontorio di Portofino: Altare

Deve il suo nome ad un masso piatto, in superficie. che ricorda l’altare di una chiesa. E’ un’immersione scenograficamente suggestiva nell’area marina protetta del promontorio di Portofino. Vi si può osservare la più grossa colonia di corallo rosso del parco.

A 10/15 m di profondità si trova un pianoro costituito da blocchi di roccia; in un’ansa della parete dove nuotano cernie e banchi di saraghi e salpe. La parete scende verticale da -20 m a -40 m, tappezzata da corallo rosso e poco oltre da ampi rami di gorgonie rosse. La particolare conformazione morfologica (sembra di scendere lungo un pozzo) e la particolare ricchezza di corallo ne fanno uno delle immersioni più suggestive e blasonate del Promontorio.