La grotta ”Elefante bianco” (VI) è una delle grotte più frequentate dagli speleo subacquei per le sue vaste dimensioni e per la sua grande suggestione.
La prima galleria inizia al fondo di un laghetto: il pavimento è costituito da enormi massi di crollo. In occasione di grosse piene, si è notato che macigni del peso di diverse tonnellate sono stati spostati dalla violenza dell’acqua. Superati i 40 m di profondità, l’aspetto della galleria cambia. Il pavimento continua a scendere, mentre il soffitto si alza. Proseguendo fino a -50 m, il soffitto è così alto da non essere più visibile e si apre un grande salone interno.
A -52 m, si è sull’orlo di un autentico baratro sotterraneo, che scende verticalmente fino a -63 m. Questo pozzo si è formato per il fenomeno della “miscela di acque carsiche”, per il quale acque carsiche di diversa provenienza riacquistano potere corrosivo quando confluiscono. Qui l’acqua dell’”Elefante Bianco” si miscela con quella proveniente dall’interno della grotta del “Subiolo”, situata circa 30 metri sopra il livello del laghetto.
Tratto da Il mondo sotto di Cristiana Rollino