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Questo originale articolo analizza i risultati di un’indagine condotta a Barbados in 200 subacquei di diverso livello di esperienza (Open Water 66%, Dive Master 27%, Istruttori 5.5%) relativa alle “barriere artificiali”, valutando il grado di soddisfazione raggiunto in queste immersioni.
I reef artificiali sono strutture create a molteplici scopi: realizzare habitat in cui possa svilupparsi fauna marina, permettere l’allenamento dei subacquei, ma anche preservare habitat marini a rischio come alcune barriere coralline e creare un mercato competitivo nella subacquea favorendo il turismo in alcune aree. I più graditi sono i relitti di navi o vascelli affondati.
La conclusione tratta dagli Autori è che i subacquei esperti traggono maggior soddisfazione da immersioni in siti naturali per le caratteristiche biologiche, i colori e la complessità, mentre i neofiti sono più attratti da profondità, facilità di accesso e visibilità.